Ti piacerebbe iniziare raccontando ai lettori un pò di te – dove sei cresciuto, il tuo primi interessi e istruzione, e cosa ti ha portato a fare?
Come ti sei interessato alla fotografia e che tipo di immagini hai realizzato inizialmente deciso di fare? Quanto tempo puoi ora dedicare alla fotografia?
Sono cresciuto in una cittadina nel centro Italia, a Cassino. Le mie passioni da ragazzo erano per il mondo della moda, del design e della musica. L’interesse per la fotografia è nato dopo, con un viaggio, nel 2016, in Islanda. Mi incuriosiva questa isola e volevo ammirare l’aurora boreale. Sono rimasto affascinato da quei luoghi meravigliosi, da quella natura selvaggia e incontaminata, dai colori e dal repentino cambiamento delle condizioni atmosferiche. Diciamo che questo viaggio è stato decisivo per il mio interesse per la fotografia. Inizialmente la mia fotografia era concentrata sulla fotografia di paesaggio e su due momenti specifici della giornata, l’alba e il tramonto. Il tempo per la fotografia, per me, non è mai abbastanza. Mi piacerebbe poterle dedicare molto più tempo, ma per ora essa può occupare solo il fine settimana e durante la settimana solo qualche ora del mio tempo libero.
Chi (fotografi, artisti o privati) o cosa ti ha ispirato o guidato di più avanti nel tuo sviluppo come fotografo?
Non ce n’è uno in particolare, ne seguo molti, spesso anche non famosi, che sono poi quelli che mi interessano e ispirano di più. Con questo non voglio dire che non mi piacciano i grandi, ultimamente ho visitato la mostra di Salgado, Amazzonia e mi ha colpito molto. Penso che la fotografia sia un’arte figurativa e in quanto tale si ricollega anche alle altre arti figurative, come la pittura e in questo senso sono gli Impressionisti che mi attraggono. Il loro modo di riflettere su tela la loro impressione di ciò che vedono è un po’ quello che io cerco di fare con la fotografia. Diciamo che sono sempre molto curioso e osservo cercando di capire cosa più somiglia a quello che io voglio trasmettere con la fotografia. Per me la fotografia è una questione personale e intima, parla di ciò che si vuole comunicare con la propria anima, quindi sono affascinato da chi riesce a mettere del
suo nelle immagini
Dove ti piace di più esplorare e cosa puoi trovare vicino a casa?
In generale, preferisco il contatto con la natura: boschi, montagne, laghi, non ho proprio una preferenza. L’importante è per me il contatto con la natura. Purtroppo vicino casa non ci sono grandi parchi naturali, ci sono piccole zone boschive. In Natura c’è sempre qualcosa che mi colpisce, da un fiore di campo ad un albero, da una condizione di nebbia o di luce, che trasforma quello che io vedo. La natura riesce sempre a sorprendere: non
servono grandi vedute, certe volte basta un piccolo dettaglio.
I tuoi viaggi per fotografare la Norvegia e l’ Islanda hanno cambiato il modo in cui vedi l’Italia paesaggi?
Non direi che i miei viaggi in Norvegia e Islanda hanno cambiato il mio modo di vedere quelli italiani. Sono due realtà molto diverse. Nei paesaggi nordici domina la Natura, mentre in Italia è più difficile trovare luoghi così vasti dove la natura è padrona. Con questo non voglio dire che in Italia non ci siano luoghi meravigliosi, abbiamo le Dolomiti e tanti parchi naturali, ma sono ambienti diversi e a volte rovinate da un’urbanizzazione selvaggia. Certamente aver visitato i luoghi nordici mi ha aiutato ad apprezzare quello che io ho più vicino a me, sebbene siano ambienti molto diversi.
Hai parlato dell’ anno scorso (2021) di essere particolarmente appagante per te e di guardare attraverso il tuo feed di Instagram sembra esserci una transizione nel tipo di immagini che stai facendo. Qualcosa in particolare ha provocato questo cambiamento di enfasi?
Il 2021 è stato un anno particolarmente appagante. Il cambiamento c’è stato durante la pandemia. Il lockdown mi ha permesso di dedicare molto più tempo alla fotografia, quindi di affinare il mio stile e di realizzare cose che più mi rappresentano. Il fatto di non potermi spostare lontano ha cambiato anche il mio approccio alla fotografia, non cerco più il luogo perfetto all’orario perfetto, ma apro gli occhi e guardo, ogni dettaglio. Questo è per me
molto più soddisfacente. L’interesse per la natura, che prima era rappresentato dalla vista mozzafiato, si è trasformato nella ricerca più personale. Questo ha significato per me una sorta di viaggio anche intimo alla scoperta di me.
Sembra che ci sia una maggiore morbidezza nelle tue immagini recenti – mi sembrano come loro si tratta di stare nel paesaggio, tanto quanto del paesaggio? Quanto è importante per te è l’esperienza di stare all’aperto, in contrapposizione all’ output (immagini)?
Il rapporto con la natura e la fotografia nella natura è per me un momento di relax, di introspezione. Non è tanto fare fotografia nella natura, ma essere tutt’uno con la Natura. È il mio modo di staccare la spina dalla frenesia della vita quotidiana per riacquistare equilibrio. Potrei dire che questo è quasi terapeutico.
Sembri avere una particolare affinità per gli alberi e le foreste, e sembra che tu lo sia
davvero goduto lo scorso autunno?
Sì, lo scorso autunno mi è piaciuto molto. Certamente mi piace molto fotografare alberi e foreste, soprattutto in autunno, che è la stagione che più offre colori e sfumature. Nel periodo autunnale la natura si trasforma, cadono le foglie e tutto sembra prepararsi al letargo invernale e è proprio in questo momento che tutto esplode in colori vivaci.
A dispetto del mio nome, sono nato e cresciuto a Cassino, una cittadina nel centro Italia.
Se dovessi dire come mi sono appassionato alla fotografia, non potrei non raccontare del mio primo viaggio in Islanda, nel 2016. Ricordo che comprai una macchina fotografica per immortalare i luoghi più belli, per conservarli come ricordi. L’impatto con la natura selvaggia e maestosa dell’Islanda mi conquistò. Al mio ritorno, rivedendo le foto, pensai che avrei voluto approfondire questo interesse, per la natura e per la fotografia. All’inizio pensai che bastasse una buona macchina per scattare delle belle fotografie, ma non era così. Ho iniziato a dedicare tutto il mio tempo libero alla fotografia e più mi dedicavo ad essa, più entravo in rapporto con la natura e più sentivo che quello era il mio posto. Dai grandi paesaggi dell’Islanda, della Norvegia e della Lapponia, alle Dolomiti, ai boschi abruzzesi, alle colline toscane, ciò che attirava sempre più la mia attenzione era lo spettacolo stesso della Natura.
Nel tempo ho desiderato un contatto sempre più profondo con essa: non volevo essere semplicemente di fronte alla Natura, ma dentro la Natura, in un rapporto sempre più intimo. Per questo, nel tempo, la mia attenzione è stata rapita più dal dettaglio. Se dovessi definire cos’è la fotografia nella mia esperienza, essa è un percorso di scoperta di me e del mondo.