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Leica SL2-S vista al microscopio: caratteristiche dettagliate, test e molto altro

“Leica SL2-S non è la sorella minore della SL2, ma una fotocamera con un’anima e caratteristiche tecniche profondamente diverse. L’utilizzo di un sensore BSI retroilluminato apre il campo a tutti i formati video fino al 4K 60p, ma offre anche indubbi benefici sul fronte fotografico, con un rapporto segnale/rumore trai i migliori sul mercato ”

Leica SL2-S, presentata in questa anteprima, è la mirrorless da 24 Mpixel (derivata dalla SL2) con spiccata vocazione video (specie da quando, a inizio maggio, è stato rilasciato il firmware 2.0).

Con una struttura che ricalca fedelmente quella della sorella maggiore, un sensore 35mm retroilluminato da 24 Mpixel e prestazioni anche molto elevate (25 fps massimi a piena risoluzione), la SL2-S è però anche una versatile fotocamera adatta ai generi fotografici più disparati. Abbiamo dunque deciso di esaminare le sue doti prettamente fotografiche con la nostra consueta metodologia di prova.

Indice dell’articolo

  • Caratteristiche tecniche
  • Corpo Macchina
  • Impressioni d’uso
  • Qualità d’immagine
  • Conclusioni

Caratteristiche tecniche

 SPECIFICHE
SL2-S
SL2
Sensore CMOS 35mm
Risoluzione 24 Mpixel – 6000×4000 47 Mpixel – 8368×5584
Formato file DNG (RAW) 14 bit, JPEG
Sensibilità (estensione) 50-100.000 ISO 50-50.000 ISO
Mirino 5,76 M punti, 120 fps, ingrandimento 0,78x, eye-point 21mm.
Display 3,2″ (8 cm) / 2.1M punti, touch
Tempi di posa MS: 30min – 1/8000s + Posa B ES: 60s-1/16000s
Syncro flash 1/250s
Scatto continuo MS (AFc): 5 fps
MS: 9 fps
ES: 25 fps
MS (AFc): 6 fps
MS: 10 fps
ES: 20 fps
Esposimetro Tramite sensore principale
Spot, Media pesata, Multi-field
Autofocus Rilevazione di contrasto con mappa di profondità
N° punti (zone) AF 225
Sensibilità AF ND
Video C4K (4096×2160) – 50/60p
4K (3840×2160) – 50/60p FHD (1920×1080) – max 180 fps
C5K (49926×3744) – 20/30p
C4K (4096×2160) – 50/60p
4K (3840×2160) – 50/60p FHD
Altre funzioni Stabilizzatore 5,5 stop, Multi-scatto 8x
Obiettivi compatibili L-Mount
 I/O
Memory card 2x SD UHS-II
Interfacce USB 3 Type C, HDMI Type A, Mic-in, Audio-out, Wi-Fi, Bluetooth
 BODY
Flash
Batteria BP-SCL4 / 510 scatti con AutoPowerOff 10s BP-SCL4 / 370 scatti
Dimensioni (LxAxP) 146x107x83 mm
Peso 850g (senza batteria) 835g (senza batteria)

Iniziamo dunque con l’esaminare la scheda tecnica, da cui emerge come la differenza più marcata con la già nota SL2 sia, appunto, la risoluzione del sensore: 47 Mpixel per la prima, 24 Mpixel per la nuova SL2-S. Il pixel-pitch passa, di conseguenza, da 4,3 micron a 5,94 micron, lasciando presagire un rapporto segnale/rumore decisamente più favorevole, anche in virtù del fatto che il sensore da 24 Mpixel è di tipo retroilluminato.

La minore risoluzione ha ovviamente un positivo effetto anche sulla durata della raffica. Con lo stesso buffer da 4 GB, infatti, gli scatti DNG passano da 78 a oltre mille. Anche la cadenza massima di scatto con otturatore elettronico è aumentata, ma in questo caso è d’obbligo una precisazione: i 25 fps riportati in tabella (come, del resto, i 20 fps della SL2) sono da intendersi con messa a fuoco e misurazione esposimetrica sul primo fotogramma. Passando all’otturatore meccanico, gli scatti si riducono a 9 (uno in meno della SL2), anche in questo caso con messa a fuoco e misurazione esposimetrica solo sul primo fotogramma. Per la messa a fuoco continua, è necessario ridurre ulteriormente la cadenza di scatto a 5 fps; di nuovo, stranamente, la SL2 si spinge, a parità di processore, un fotogramma oltre.


Il blocco di alluminio da cui viene ricavato l’elemento superiore del corpo macchina.

Lato video, la SL2-S registra in formato 4K, UHD e DCI, fino a 50/60p, a 8 bit con campionamento 4:2:0 su scheda SD oppure a 10-bit con campionamento 4:2:2 su un dispositivo esterno, in entrambi i casi con ritaglio APS-C (Super 35mm). Il firmware 2.0 ha introdotto il supporto al CODEC H.265.
Chi desidera registrare sfruttando l’intera area del sensore, si dovrà accontentare di 25/30 (29,97) fps massimi, registrando in questo caso a 8/10-bit 4:2:2, rispettivamente, su scheda SD e su dispositivo esterno.

I formati di uscita disponibili sono il MOV, ALL-I fino a 400Mbps e Long GOP 150-200 Mbps, oppure l’MP4, in questo caso solo Long GOP fino a 150 Mbps. In tutti i casi non c’è limite di tempo, ma chi lo desidera può attivare l’utile funzione di segmentazione automatica che divide il filmato in file da 1 minuto, per ridurre l’eventuale perdita di dati in caso di problemi tecnici. Supportati la gamma Leica L-Log e l’HLG e, in caso si lavori in Log, le LUT Naturale (risposta piatta), Classic (emulazione Kodachrome), Rec.709 e Rec.2020 (color grading in post-produzione).

Ancora a proposito del comparto video, da segnalare la presenza di un efficace stabilizzatore integrato da 5,5 stop (standard CIPA) e dell’uscita HDMI Type A.

Il sistema autofocus è, purtroppo, a sola rilevazione di contrasto. L’utilizzo delle mappe di profondità non lo rende equivalente al più sofisticato DFD di Panasonic, né tantomeno ai sistemi AF a rilevazione di fase. Come la SL2, anche la SL2-S è dunque fanalino di coda, tra le mirrorless attuali, per prestazioni in AF continuo (come testimoniato anche dalla necessità di ridurre la cadenza di scatto a 5-6 fps per avere la messa a fuoco su ciascun fotogramma).

In ambito fotografico, l’AF a rilevazione di contrasto rappresenta un problema minore: la reattività è infatti complessivamente più che buona. In ambito video, il problema maggiore è dato dall’inevitabile focus hunting tipico dei sistemi a rilevazione di contrasto; il problema ovviamente non si pone utilizzando la messa a fuoco manuale.

Corpo macchina

Il corpo macchina della SL2-S, così come quello della SL2 da cui deriva, è massiccio e caratterizzato da un design molto pulito, secondo la tradizionale filosofia Leica della “fotografia nella sua essenza”. La sezione principale è in lega di magnesio, le parti superiore e inferiore in alluminio, in ogni caso fresate “dal pieno”; assolutamente bandita la plastica, in qualunque forma e misura.

L’impugnatura, ampia e confortevole, è rivestita da un eccellente materiale antiscivolo, piacevole ed efficace. Rispetto alla SL “Mark I”, esteticamente molto simile, questa seconda versione introduce la resistenza IP 54 agli agenti atmosferici (per chi non avesse familiarità con il grado IP, si tratta di protezione dalla polvere e dagli schizzi d’acqua).

1 – L’impugnatura, ampia e confortevole, è rivestita da un ottimo materiale antiscivolo.
2 – Sulla parte anteriore della fotocamera si trovano i primi due pulsanti personalizzabili.
3 – Come si distingue, a prima vista, una SL2 da una SL2-S? Nel caso della SL2, la scritta LEICA è bianca.

1 – Il display superiore offre tutte le consuete informazioni di scatto e, in una seconda visualizzazione, utili informazioni sulla messa a fuoco quali distanza impostata e limiti inferiore e superiore della profondità di campo per le condizioni di scatto correnti.
2 – La ghiera anteriore e ulteriori due pulsanti personalizzabili, per default assegnati al passaggio tra le modalità foto/video e alla sensibilità ISO. Essendo tutti i pulsanti FN personalizzabili, Leica ha scelto di non stampigliare alcuna etichetta, lasciando al fotografo il compito di ricordare la funzione impostata. Essendo 4 in tutto, non è un compito improbo.
3 – La correzione diottrica va da -4 a +2 diottrie. La posizione centrale qui selezionata non corrisponde a 0, come si potrebbe ipotizzare, ma a -1 diottria (impostazione in realtà adatta anche ai non miopi). Ogni tacca secondaria corrisponde a 0,375 diottrie.

1 – Al pari di altri modelli Leica recenti, anche la SL2-S si gestisce attraverso tre semplici pulsanti: Play, dall’ovvio significato, Fn, pulsante multifunzione personalizzabile, e Menu, che offre accesso alle tre aree disponibili: schermata di stato, menu Preferiti e menu completo.
2 – Il mirino OLED è l’attuale punto di riferimento del settore: 5,76 milioni di punti, 120 fps, ottimo ingrandimento. Si tratta dello stesso pannello utilizzato anche dalle “cugine” Panasonic S1/S1R.
3 – Il display posteriore, touch, è da 3,2″ e 2,1 milioni di punti di risoluzione. La qualità garantita è eccellente, ma per un modello con spiccate doti video, il pannello non orientabile può essere un limite.
4 – Il joystick posteriore si occupa di tutto: selezione punto AF, navigazione tra i menu e selezione comandi, riproduzione delle immagini registrate.

Impressioni d’uso

A prima vista Leica SL2-S potrebbe sembrare fin troppo essenziale nei comandi, soprattutto per chi è abituato a una fotocamera piena di tasti scorciatoia. In realtà nell’utilizzo quotidiano il lavoro di ‘ritorno all’essenziale’ fatto dai progettisti tedeschi è decisamente apprezzabile. Un esempio su tutti: perché avere un tasto per il Quick Menu e uno per il Menu, quando può bastarne uno solo? La soluzione dei tecnici teutonici è semplice ed efficace: la prima pressione del tasto Menu fa apparire il Menu veloce di modifica dei principali parametri di scatto, selezionabili e modificabili direttamente a schermo sia tramite il touch sia tramite ghiere e joystick, mentre la seconda pressione permette di entrare nel menu completo. Non c’è la ghiera dei modi, ma la pressione della ghiera posteriore permette di commutare in modo rapido le modalità P/S/A/M. Di default poi, i tasti sulla calotta superiore sono dedicati alla gestione della sensibilità ISO e al passaggio tra la modalità video e quella foto. I tasti frontali sono invece impostati per attivare l’ingrandimento della zona di messa a fuoco e per gestire la modalità di lettura esposimetrica. Come detto tutti i tasti aggiuntivi sono personalizzabili: è sufficiente tenerli premuti per far apparire il menu che permette di scegliere quale parametro assegnare ad essi.

Il passaggio tra le modalità foto e video è possibile anche con una gesture touch sullo schermo, con uno swipe da destra e a display le due modalità sono chiaramente distinguibili a livello visivo. Inoltre con un gesto a scorrimento verso l’alto o il basso è possibile passare dalla modalità di ripresa a quella di riproduzione e visualizzazione. Le gesture sono molto comode, sia quando la macchina è montata su un cavalletto, sia quando la si impugna.

La struttura del menu è semplice, divisa in pagine, senza suddivisioni ulteriori. Possono essere memorizzate nella prima pagina le proprie impostazioni preferite per un più rapido accesso. Tra le chicche che mostrano l’anima cinema di Leica SL2-S, la possibilità di attivare la modalità Cine, che cambia la visualizzazione dei tempi di scatto in angoli di otturazione e degli ISO in ASA, facilitando l’integrazione di questa fotocamera nei set cinematografici dove tali parametri sono ancora molto utilizzati.

Qualità d’immagine

Supportato dalla qualità delle ottiche Leica, il sensore della SL2-S produce immagini eccezionalmente incise. Basti considerare che, con l’APO-SUMMICRON-SL 35mm f/2 ASPH, le immagini mostrano un pizzico di oversharpening (0-3%) già con le impostazioni di default di Lightroom, a tutti i diaframmi compresi tra f/2 e f/8.


Leica SLS-2, 35mm f/2 ASPH @ f/5.6, ingrandimento 200%

I punteggi raggiungono (e in alcuni casi superano leggermente, causa oversharpening) le 4000 LW/PH, che per un sensore da 24 Mpixel rappresentano il “punteggio perfetto”. L’analisi visiva è compatibile con il risultato numerico, anche se si osserva un evidente fenomeno di aliasing (segnalato anche dall’analisi Wedge) in corrispondenza delle 3800 LW/PH che ci induce ad assegnare alla SL2-S questo punteggio.


Leica SLS-2, 35mm f/2 ASPH, ingrandimento 200%

Per inciso, l’ottica sarebbe di per sé capace di prestazioni superiori, ed è in questo caso il sensore da 24 Mpixel a rappresentare il collo di bottiglia in termini di dettaglio. Ciò significa che, con questo sensore, il comportamento dell’ottica rimane pressoché costante a tutti i diaframmi fino a f/8 incluso (poi subentra ovviamente un pizzico di diffrazione), al centro come ai bordi. Impressionante, ad esempio, come già a f/2 si ottengano circa 3850 LW/PH al centro e 3550 ai bordi. Un’aberrazione cromatica sempre insignificante, una distorsione a barilotto molto leggera e una vignettatura percepibile nelle immagini reali solo a f/2 completano l’ottimo quadro generale.

Valutazioni del tutto analoghe valgono per il VARIO-ELMARIT-SL 1:2.8/24-70 ASPH, che fino ai 35mm si comporta sostanzialmente come il 35mm a focale fissa, salvo poi mostrare un leggero, naturale ammorbidimento all’estremo tele e alla massima apertura, dove basta comunque diaframmare di uno stop per superare le 3000 LW/PH.

In definitiva, la SL2-S produce immagini con un pizzico di dettaglio in più rispetto alla media delle 24 Mpixel, ed estremamente incise senza necessità di particolari elaborazioni in post-produzione.

100 ISO
100 ISO

Le migliori doti di questo sensore sono però sicuramente legate al rapporto segnale/rumore. Il dato numerico da già un’indicazione importante: 42,4 dB @ 100 ISO pongono la SL2-S nella parte alta della classifica del “rumore base”, lasciando presagire un’ottima malleabilità del RAW (che puntualmente si verifica). Ma è ad alti ISO che la SL2-S fa la differenza, facendo registrare ancora a 6400 ISO oltre 30 decibel, che la pongono in netto vantaggio rispetto a concorrenti anche blasonate quali la medio formato da 50 Mpixel Hasselblad X1D-II 50C. Per trovare punteggi confrontabili nel nostro database abbiamo in effetti dovuto cercare tra le ammiraglie reflex, Nikon D5 e Canon EOS 1DX II/III, che con i loro sensori 35mm da circa 20 Mpixel sono ovviamente molto forti in termini di pulizia dei file.


Leica SLS-2, particolare ad alto contrasto a diverse sensibilità ISO, ingrandimento 200%

Nelle immagini reali, questo si traduce in una perdita qualitativa davvero minima fino a 12.500 ISO compresi, che per questa macchina rappresentano una normalissima sensibilità di lavoro. A 25.000 ISO emerge un pizzico di grana, che però non compromette apprezzabilmente il livello di dettaglio – nemmeno i particolari più fini. Si può parlare di reale degrado qualitativo solo a 50.000 ISO, ma è solo a 100.000 che vengono effettivamente compromessi i piccolissimi dettagli ad alto contrasto (vedi particolare qui sopra).

100 ISO - 0 EV
100 ISO – 0 EV

Eccellente, come già accennato, la malleabilità del file RAW, che sopporta tranquillamente sovraesposizioni di 5-6EV. Il distinguo è in effetti artificioso: fino a 5 EV il risultato è impeccabile, e anche a 6V la pulizia del file è davvero invidiabile; l’unica pecca del file “tirato” a 6 EV è la comparsa di una dominante cromatica indesiderata, che nel nostro test non abbiamo corretto ma che, in un contesto diverso da quello della prova, avremmo potuto facilmente correggere con un bilanciamento del bianco ad-hoc.


Leica APO-SUMMICRON-SL 35mm f/2 ASPH. Sopra: distorsione irrilevante (0,5% circa) anche alla minima distanza di messa a fuoco. Sotto: la resa dei punti luce sfocati evidenzia un pizzico di astigmatismo.

Più che buono, per finire, il comportamento cromatico, con una saturazione dei colori @100ISO pressoché ideale (109% circa) ed errori cromatici medi nell’intorno dei 2,5 punti dC94, vale a dire sotto la soglia di visibilità. Molto buono anche il bilanciamento del bianco del JPEG in-camera, solitamente un punto debole di pressoché tutte le fotocamere, che unito alla notevole incisività naturale delle immagini, consente a chi lo desidera di utilizzare la SL2-S senza post-produzione.

 

Conclusioni

La SL2-S è la mirrorless di casa Leica più votata alla ripresa video, ma rimane un’eccellente ed equilibrata fotocamera classe 24 Mpixel.
Il massiccio corpo macchina, interamente in alluminio e lega di magnesio, non scende a compromessi di nessun tipo: l’ergonomia non è sacrificata alle dimensioni e l’elevata qualità dei materiali si percepisce al primo tocco. Nonostante la costruzione “plastic free”, la SL2-S ferma comunque l’ago della bilancia a 850g, risultando dunque allineata, se non leggermente più leggera, di molte reflex di fascia medio/alta.

Il tradizionale approccio minimalista Leica si traduce in un’ergonomia e un’efficacia invidiabile, il che, unito a componentistica di qualità come l’ottimo mirino elettronico, contribuisce a rendere l’esperienza d’uso estremamente appagante.

La buona notizia è che, dietro questo bel vestito, c’è anche molta sostanza. Continuiamo a sostenere che, se i modelli ad alta risoluzione come la SL2 sono benvenuti in contesti specifici, i 24 Mpixel rimangono la scelta ideale per la fotocamera generica, e la SL2-S sembra nata per dimostrare questa tesi. Da un lato, pur non potendo arrivare al livello di dettaglio della sorella da 47 Mpixel, regala immagini eccezionalmente incise, ovviamente anche per merito dei “vetri” Leica. Dall’altro, consente di lavorare ad altissimi ISO (12.500 ISO senza il minimo problema, e si può andare ancora oltre) con una pulizia dei file invidiabile, e la malleabilità del RAW è molto, molto buona. In definitiva, con la SL2-S è facile ottenere lo scatto di qualità, anche in condizioni di luce difficile.

Se considerata come foto/videocamera, la rivale più diretta della SL2-S è probabilmente la Panasonic Lumix S1H, per inciso parte del consorzio L-Mount e dunque compatibile a livello di obiettivi. La Panasonic è però un prodotto più video-centrico, mentre la Leica mantiene un maggior equilibrio tra la parte foto e video.

Leica offre un’opportunità molto interessante per chi vuole toccare con mano la fotocamera per farsi un’idea di persona delle sue potenzialità. C’è infatti la la possibilità di poter provare la macchina in tutti i Leica Store, prenotando un Test Drive a questo indirizzo.

FONTE: https://www.fotografidigitali.it/articoli/6038/leica-sl2-s-qualita-tedesca-per-foto-e-video_index.html

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